L’arte al tempo di Expo.
Parla Rossella Vodret
ex Soprintendente della Regione Lazio e ora impegnata nella supervisione del percorso artistico del Padiglione Italia
Quali e quante opere d’arte saranno presenti?
Sono cinque, verranno collocate all’interno di Palazzo Italia, centro
del Padiglione nazionale, lungo un percorso ideato dal responsabile del
concept, Marco Balich. Le opere, selezionate in accordo col commissario
generale di sezione Diana Bracco, sono la Ebe di Antonio Canova, concessa in prestito dai Musei Civici di Forlì , la Vucciria
di Renato Guttuso, di proprietà dell’Università di Palermo, e tre
tesori dell’archeologia, testimonianza della grande stagione dell’arte
classica. Precisamente, due sculture di Demetra, provenienti dagli
Uffizi e dai Musei Vaticani, e un sostegno di mensa, in marmo dipinto,
risalente al IV secolo a.C. Opera, questa, fortemente voluta non solo
per il suo indiscutibile valore storico e artistico.
Il trapezophoros, questo il nome dell’opera, è il simbolo di
una delle attività di eccellenza del nostro Paese: quella del recupero
dei capolavori dell’arte e dei reperti archeologici trafugati, svolta
dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico. Trafugato negli
Anni Settanta durante gli scavi nell’area archeologica di Ascoli
Satriano, in Puglia, il sostegno di mensa raffigurante due grifi che
mangiano una cerva è stato restituito nel 2007 dal Paul Getty Museum di
Los Angeles in seguito alle indagini avviate dall’Arma. Anche questa
operazione rappresenta per noi un’eccellenza della rete informatica
creatasi in Italia in questi anni.
In generale, questi cinque elementi sono opere selezionate per la loro
attinenza con la fertilità, con la potenza della nostra terra,
capolavori che verranno messi in risalto con l’allestimento e custoditi
da teche blindatissime, climatizzate. Si ritiene che saranno visitati da
quasi venti milioni di persone.